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Essere Perfetti – meditazione

Oggi facciamo un Viaggio affascinante.
Ci siamo già immersi dentro di Noi, abbiamo cercato gli Angoli bui, la Forza per riuscire a superare Situazioni faticose, abbiamo sperimentato la Voglia di esplorarci.
ORA entriamo in noi vedendoci perfetti.
Questa è una Cosa che non abbiamo ancora provato.
In questo Momento siamo una Cellula del Divino, una Cellula Primordiale, una Cellula che non è ancora invasa, abitata, gestita dalla Personalità, ma solo e semplicemente dalla Vibrazione del Divino.
Questa Cellula è perfetta, noi siamo perfetti.
In questo Momento c’è una Pace, una Tranquillità, una Serenità, un’Acquiescenza totale a Noi Stessi.
Non ci domandiamo nulla: siamo in Pace e soprattutto siamo senza Io, senza Personalità.
Come Cellula del Divino occupiamo il Posto che il Divino ci ha assegnato, come Cellula del Divino abbiamo il compito dell’Armonia, dobbiamo essere armoniosi.
Questa Pace ci avvolge, ci culla, ci tranquillizza: non dobbiamo fare Nulla.
È tutto a posto, regolare, tutto divino.
Nel nostro fluttuare incontriamo altre Cellule, come Noi divine, come Noi senza Personalità; le accogliamo come loro accolgono Noi: è tutto a Posto.
La Pace si consolida, l’Assenza di Pensiero è una Realtà; continuiamo a fluttuare.
Pian piano, con Lentezza ma con Determinazione, veniamo assorbiti da un Vortice, un Vortice di Energia benefico, un Vortice che ci ingloba.
In questo Globo non siamo soli: ci sono altre Cellule come Noi, senza Personalità; seguiamo la Spirale di questo Vortice: è sempre più tumultuosa, più rapida, finché ci deposita sulla Terra.
Noi, Cellule perfette, divine abbiamo preso possesso di un Corpo.
Un Corpo che ha un Luogo, un Tempo, ha dei Vicini, si deve rapportare con altre Cellule perfette che hanno anch’esse un Corpo.
Non dimentichiamoci mai che siamo perfetti.
Il Corpo ha delle Esigenze, vive nella Materia; c’è una Società, delle Regole, bisogna confrontarsi con Altri Esseri che hanno un Corpo abitato da Cellule perfette.
La Riflessione che viene in Conseguenza di ciò è solo una: se io mi raffronto con Esseri perfetti, Io che sono perfetto non posso arrivare allo Scontro.
Devo capire che nel mio rivestire la Materia, nel mio farmi gestire dalla Personalità ho dimenticato parte della Perfezione che è dentro di Me.
Chi mi è accanto, l’altro Essere, la Persona con cui mi confronto è il Mezzo che la Vita usa per ricordarmi la mia Perfezione, per ricordarmi che dentro di me c’è un’Armonia, i Codici divini, c’è la Guida della Vita e io non posso decidere con la Personalità, ma devo permettere alla Vita  di guidarmi.
Come faccio a vedere l’Altro perfetto quando la mia Personalità attribuisce all’Altro ogni Genere di Difetti? Come posso pensare che il suo Comportamento sia giusto quando è così in Contrasto con quello che mi aspetto o con quello che io ritengo sia il giusto Comportamento?
Devo ricordarmi che abbiamo la stessa Matrice, Io e l’Altro, che siamo due Cellule perfette, due Cellule del Divino che devono solo ritornare ad attuare, a vivere, a mettere in Pratica costantemente questa Perfezione.
Come possiamo dare una Definizione di questa Perfezione?

Come possiamo pensare che la Perfezione sia Qualcosa che possiamo codificare, capire, Qualcosa a cui possiamo dare delle Regole?
La Perfezione divina non ha Regole, Leggi, non ha Condizionamenti, non uniforma gli Esseri umani, la Società. La perfezione divina è rispettosa di ogni Essere, lo vuole portare nuovamente in Armonia attraverso l’Ascolto dell’Istinto.
Ascoltare Se Stessi e non colpevolizzarsi.
Un Essere divino perfetto non può avere Colpa: può soltanto fare un’Esperienza che gli ricorda quanto si sia staccato da questa Perfezione.
L’Esperienza deve ricordarci che dobbiamo nuovamente tendere alla Perfezione, e quindi modificare e migliorare il nostro Modo di Essere.
Non è Superbia sentirsi perfetti, non è Orgoglio: è solo una Realtà che ci siamo dimenticati.
Venendo dal Divino veniamo dalla Perfezione.
Ogni nostro Travaglio, ogni Discesa nella Terrenità non ha altro Scopo che quello di farci ritornare a questa Divinità, a questa Perfezione.
Sentirsi Divini è un Atto di grande Saggezza, e quindi in esso non c’è Superbia, non c’è Orgoglio ma semplicemente Consapevolezza.
Negare questa Matrice divina dentro di Noi vuol dire negare l’Essenza stessa della nostra Vita.

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