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Breve Fiaba – prima parte

Storia breve di due Angeli che hanno vissuto una lunga vita assieme.

Pochissime volte il pensiero va agli Angeli terrestri, più spesso noi immaginiamo gli angeli in dimensioni altre dalla Terra.
Questa è la storia vera di due esseri umani come tanti, che hanno vissuto, qui sulla Terra, la loro natura angelica.
I riferimenti sono tutti autentici, realmente accaduti e sono porti in questo testo con lo scopo di far riconoscere, a chi legge, la propria natura angelica.
Tutti siamo Angeli perché tutti abbiamo in noi la divinità.
Riconoscerla e soprattutto viverla è un regalo che dobbiamo fare prima di tutto a noi stessi e poi agli altri.

BUONA LETTURA.

“Perché ti sei avvicinata così tanto a me anche non ti merito?”
Questo era il pensiero dominante di un Angelo consapevole delle proprie limitazioni.
Era un Angelo sceso in Terra con le ali mozzate, non poteva aprirle, non poteva vivere fino in fondo la sua vera essenza angelica.
La sua non era stata una scelta casuale, ma una necessità, perché aveva usato molto quelle ali per aiutare gli altri e non si era mai risparmiato per portare aiuto e conforto a chi lo chiedeva.
Però….non sempre il suo agire era stato disinteressato, a volte aveva agito per convenienza e protagonismo, così le sue ali si erano piano piano ridotte, fino al punto di non permettere più il volo.
ORA
Sulla Terra doveva ritrovare la Pace e far ricrescere le ali in modo da poter tornare a volare.

Era molto bello, un po’ scontroso, impaurito dalle vicende della Vita, insomma: disorientato.
Non cercava aiuto, viveva con se stesso senza felicità e intriso costantemente dal senso di paura che non sapeva dominare.
Il suo animo era rimasto bambino ed era per questo che il suo dolore di vivere si placava quando poteva stare con i più piccoli.
Giocava, li ascoltava, sapeva rapportarsi a loro ed essi…….lo adoravano.
Con gli adulti c’era più fatica, più ritrosia, non voleva svelarsi, temeva i confronti e……….si chiudeva.
La Vita però è perfetta e allora sapeva di non poter lasciare solo l’Angelo con le ali mozzate così…….

“Come sono infelice oggi”, pensò l’Angelo dalle grandi ali luminose.
Era un’infelicità derivata dal non saper accettare una realtà che avrebbe capito solo molti anni dopo.
La Vita, infatti, aveva fatto incontrare e innamorare l’Angelo con le ali mozzate e l’Angelo con le ali luminose, ma……….non era facile vivere assieme.
Troppo diversi i loro pensieri e soprattutto la visione della Vita.
L’Angelo con le ali luminose non temeva nulla, non conosceva la paura, viveva solidi principi “futuristici”; aveva in sé i semi di una nuova Energia, sentiva la voglia di cambiamento che stava per sommergere l’umanità e l’anticipava vivendola in prima persona.
La sua era una logica “angelica” che aveva poco a che fare con la logica che ancora pervadeva la Terra.
Vivere assieme per due individui così diversi e così convinti del loro modo di essere non era certo facile.
Ecco perché lo sconforto dell’Angelo dalle bianche ali era profondo e si manifestava frequentemente.
Non c’erano accuse nei confronti del compagno, solo grandissima tristezza sfogata piangendo.
L’amore fra loro era “indecifrabile”, non aveva i connotati che si è soliti attribuire all’amore fra esseri umani.
Non c’era comunione di intenti, non c’era la stessa visione della Vita, ma c’era, questo sì, un enorme rispetto per l’altro e una sincerità assoluta.
Non potevano mentirsi, non riuscivano ad attuare strategie che mitigassero la loro diversità: dovevano viverla fino in fondo con verità e rispetto reciproco.
La vicinanza dell’Angelo con le ali meravigliose acuiva il senso del proprio limite nell’Angelo con le ali mozze e questo non rendeva facile la convivenza.
Il dolore più grande era però quello provato dall’Angelo con le ali splendenti, che sentiva di aver accanto un essere che non viveva se stesso al meglio.
Ne sentiva il disagio, avvertiva le sue paure e per quanto si sforzasse di rincuorarlo e di amarlo, non poteva che soffrire nel rendersi conto che nulla mutava.
L’Angelo dalle ali mozze era impermeabile a qualunque stimolo: viveva arroccato in difesa di se stesso senza lasciarsi scalfire da nulla.

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