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Il Paese dei Dolci – dal libro Le Avventure di Mary e Fata Paoletta

 

Il pianeta Terra piaceva molto a Mary, soprattutto quando poteva vederlo dall’alto e sorvolarlo tenuta per mano da Fata Paoletta.
Nella scelta del paese dove scendere per fare una nuova esperienza, non interveniva mai la Fata, lasciava che fosse Mary a decidere.
Venne il giorno però che fu il paese a richiamare Mary.
Come? Con un intensissimo profumo di dolci.
Mary apprezzava molto il cibo, aveva imparato a mangiare cose sane, ma a volte si lasciava trascinare dalla golosità.
Quel profumo così delizioso invitava Mary a fare una sosta proprio in quel paese.
Scese direttamente sulla piazza del Paese dei Dolci e, senza neppure volgere lo sguardo attorno per osservare meglio il panorama, si infilò in una bottega…………di dolci.
Fata Paoletta rimase ad osservare: Mary stava crescendo ed era giusto che potesse fare le sue esperienze in libertà.
La bottega era piccola, piccola, non si vedeva nessuno all’interno, ma il profumo di zucchero caramellato, di vaniglia, di cioccolata calda, riempivano tutta l’aria.
Da dove venivano quei profumi, se nessuno cucinava in quella bottega?
Mary cercò una luce per vedere meglio l’interno e…….. che stupore!!!
Non c’era nulla: ne esseri umani, ne ingredienti per dolci, ne attrezzi per farli, ne forni per cuocerli: solo una piccolissima stanza vuota, ma satura di profumi che arrivavano da non si sa dove.
Uscì malinconica e delusa: sperava veramente di poter assaggiare qualcosa di buono e invece aveva solo odorato.
Ritornò nella piazza e vide Fata Paoletta seduta davanti ad un tavolino imbandito con pasticcini, torte, gelati, cioccolatini e ogni altro tipo di dolci possibili.
Corse Mary a sedersi e iniziò subito a soddisfare la sua golosità.
Assaggiò un po’ di tutto con grande voracità e solo quando si rese conto che Fata Paoletta la stava osservando severa si fermò.
Aveva forse mangiato troppo?
Forse troppo in fretta?
Perché la Fata aveva quell’espressione severa?
Mary guardò la Fata con aria interrogativa, avrebbe voluto anche chiederle del mistero della bottega vuota e profumata, ma preferì attendere che fosse la Fata a parlare.
Aveva paura di sbagliare le domande perché il viso di Fata Paoletta era veramente molto severo.
Silenzio, nessuno parlava.
Mary per darsi un contegno iniziò a guardarsi attorno: FINALMENTE.
Si rese così conto che in quella grande piazza non c’era solo la bottega odorosa e vuota , ma tante botteghe e su ognuna c’era una scritta diversa:
ODORI, era questa la scritta che lesse sulla piccola bottega vuota.
SAPORI era scritto sul locale accanto,
INGRADIENTI in quella ancora accanto,
STRUMENTI nella bottega di seguito.
Dove erano sedute Mary e Fata Paoletta la scritta era: ASSAGGI.
Non capiva ma non osava chiedere spiegazioni.
Fu allora che Fata Paoletta intervenne:
“ Vedi Mary il tuo comportamento mi ha delusa: siamo scese in questo paese attratte dal profumo dei dolci e questo ci ha incuriosito molto, ma una volta arrivate tu non hai esitato a precipitarti nella piccola bottega sperando di soddisfare la tua golosità.
Sei stata delusa e allora mi hai visto seduta davanti a tante leccornie e ti sei messa ad assaggiare ogni cosa con grande voracità.
Solo dopo ti sei finalmente resa conto di dove eri e hai iniziato ad osservare attorno.
È un vero peccato che tu non abbia guardato subito attorno a te perché avresti capito che siamo in una scuola di dolci e ogni bottega è una tappa che gli allievi fanno per imparare il mestiere.
Tu hai mangiato dove c’era scritto: ASSAGGI, ma questi non sono i dolci migliori, sono solo messi lì per insegnare agli allievi a distinguere i dolci ben fatti, da quelli mal fatti”.
Ecco perché alcuni non erano piaciuti a Mary, ma la golosità l’aveva spinta a mangiare comunque.
Continuò Fata Paoletta: “Se ti fossi fermata ad osservare avresti visto che l’ultima bottega porta la scritta: DOLCI PERFETTI.
Erano quelli che dovevi mangiare, ora è troppo tardi, sei già piena dei dolci che hai mangiato prima”.
Mary capì come la sua grande golosità l’avesse tradita e si ripromise di essere più attenta in futuro.
 

 

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